Di seguito sono riportate le trascrizioni tradotte dei commenti degli artisti per la galleria di disegni "Le creature di Mass Effect: Volus" presente sul disco contenuti bonus di Mass Effect pubblicato nel 2007.
Immagine 1[]
Matt Rhodes: Il design dei volus è stato uno di quelli divertenti, nato da una strana direzione. Ci siamo arrivati trasversalmente. Mentre stavamo lavorando su un alieno, è come se, sapete... un alieno era collegato a un altro alieno e "ehi, potremmo prendere in prestito da quel gruppo". Questi schizzi erano originariamente tute spaziali ambientali, un po' come tute da neve; tute che dovevano avvolgere la corazza, che sembravano un po' più vicine. Le persone trascorrono molto tempo in questi ambienti ghiacciati e quindi avevano un equipaggiamento adatto. Sono entrati in gioco un po' più tardi, il che è stato divertente. È sempre bello quando si ripresentano oggetti che non si aveva intenzione di usare.
Immagine 2[]
Matt Rhodes: Questi erano altri esperimenti con la razza di predoni spaziali, nei quali stavamo cercando di mescolare e abbinare i pezzi. Cercando di escogitare, sai, "oh, ho trovato uno stivale spaziale migliore su questa nave abbandonata, quindi lo prendo, lo cucio o lo attacco con l'adesivo" o chissà cos'altro. Ma, ancora una volta, cerco di giocare con le forme e con ciò che funziona.
Immagine 3[]
Matt Rhodes: Ecco una versione quasi nomade dei volus. Erano predoni nomadi dello spazio, un po' come i beduini delle periferie della galassia.
Immagine 4[]
Matt Rhodes: Qui stavamo cercando di trovare forme diverse per le maschere antigas. Che aspetto ha una maschera antigas industriale, sfrangiata, ai confini della galassia, rubata dai depositi di rottami?
Immagine 5[]
Matt Rhodes: TQuesto era uno schizzo che piaceva alla gente. Alla gente piaceva davvero, ma avevamo ancora bisogno di lavorarci un po'. Mi piace la sua piccola maschera antigas che spunta da quel grande cappuccio lungo.
Immagine 6[]
Matt Rhodes: Questo era più vicino a ciò di cui stavamo parlando. Questo era qualcosa che iniziava a funzionare. La testa era un po' più articolata. La maschera antigas era intrigante perché si trattava solo di tre cerchi. È molto semplice, ma in qualche modo la tua mente crea una forma e ti ci affezioni.
Immagine 7[]
Matt Rhodes: Ecco una versione dal naso lungo di questo predone. È una versione diversa dell'idea della maschera antigas. Abbiamo bisogno di vedere questi piccoli uomini che si aggirano tra i rifiuti.
Immagine 8[]
Matt Rhodes: Ed eccolo qui. Questo è uno dei primi concept approvati per le creature, uno dei primi mai costruiti in realtà. Piaceva a tutti. Era una di quelle cose che avevano fascino. In un certo senso ha ammorbidito la galassia, ha ammorbidito quest'avventura. È ancora serio, si può ancora credere in questa cosa; ma allo stesso tempo, ha mostrato l'ampiezza e la vastità del nostro universo. Non avremmo avuto paura di fare forme diverse per provare altre cose. Alla fine abbiamo dovuto costruire uno scheletro per questo personaggio, perché non si adattava allo scheletro umano. È stata anche la prima vera creatura a cui ci siamo dedicati. Mi piace come hanno funzionato i piccoli dettagli. In realtà il modello di questo personaggio è stato realizzato in modo molto accurato. Le piccole abrasioni della corazza brillano quando il metallo è esposto al di sotto. Se avete la possibilità di guardarlo da vicino e di farlo stare fermo per un qualsiasi periodo di tempo nel gioco, dovreste davvero dargli un'occhiata.
Immagine 9[]
Matt Rhodes: Ecco una sua versione ripulita. Questa è la versione rossa e bianca, elegante, non necessariamente la versione ispirata ai depositi di rottami. Un omino che non esce mai dalla sua tuta. Non si sa mai bene che aspetto abbia. Sembra abbastanza gradevole, quindi a nessuno importa davvero.
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